Lavorare al Parlamento europeo come traduttore e interprete

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Come si diventa mediatori all’interno del Parlamento Europeo

Riassunto contenuto

Lavorare al Parlamento europeo come traduttore e interprete è un ruolo molto ambito e prestigioso, ma anche di grande responsabilità.

Tale figura professionale richiede un insieme differenziato di abilità sociali, economiche e politiche unite a certificazioni linguistiche e competenze plurilingue.

Il sapere linguistico, in particolare, è imprescindibile: è la chiave del mondo globalizzato; l’abilità indispensabile per comprendere e interagire con la complessità multiculturale odierna;

ma come si diventa mediatore all’interno dell’Europarlamento? È sufficiente la sola conoscenza di due o più lingue straniere?

Lavorare come traduttore al Parlamento europeo

la grande responsabilità del traduttore

Lavorare all’interno dell’europarlamento in qualità di traduttore o interprete è un compito difficile e di estrema responsabilità. Prima di considerare gli aspetti imprescindibili del ruolo è bene evidenziare l’importanza internazionale degli attori coinvolti.

Diventare mediatore di un europarlamentare significa dare voce alla rappresentanza di un Paese sullo scenario mondiale. La professione è tanto ricercata quanto complessa: un buon traduttore deve essere in grado di riportare in un’altra lingua le dinamiche internazionali.

Ogni operazione di traduzione, interpretariato e mediazione deve essere precisa ed esatta: il mediatore linguistico deve rappresentare una garanzia all’interno dell’Europarlamento: un ponte stabile in grado di collegare lingue e culture senza ostacoli, contrasti e incomprensioni.

Abilità e competenze linguistiche per lavorare come interprete linguistico nell’Europarlamento

La professione del mediatore linguistico all’interno dell’Europarlamento richiede un insieme differenziato di abilità.

Oltre alle attività di mediazione in una o più lingue straniere, tale figura interculturale deve essere in grado di comprendere i linguaggi non verbali – gesti, espressioni, linguaggio del corpo, e gli impliciti sottesi ai discorsi.

Inoltre, il mediatore culturale deve rispondere in maniera corretta a situazioni inattese all’interno dell’Europarlamento: il ruolo richiede grande calma, pazienza e maestria di fronte a imprevisti, contesti stressanti e complessi.

In sintesi, il mediatore linguistico svolge un ruolo di grande importanza all’interno del Parlamento europeo e per rivestire tale ruolo è necessario avere  almeno 10 competenze chiave, quali:

  • competenze linguistiche nella lingua madre (L1)
  • competenze plurilinguistiche in lingue seconde o straniere (L2 o LS)
  • competenze di traduzione e interpretariato
  • competenze di mediazione interculturale
  • competenze di cooperazione internazionale
  • competenze sociali e civiche
  • competenze sociali
  • competenze economiche
  • competenze politiche
  • competenze digitali

Con riferimento alle competenze multilingue, per lavorare all’interno del Parlamento europeo è necessario avere una conoscenza professionale di almeno due lingue ufficiali dell’Unione Europea unita alla una conoscenza molto buona in altre due lingue straniere.

La lingua più richiesta resta l’inglese, la lingua internazionale per eccellenza, seguita dal francese e il tedesco. Per prepararsi al meglio è suggerito intraprendere un percorso di studi affine ai requisiti richiesti, scegliendo un corso di laurea lingue e mediazione linguistico-culturale.

Tradurre non basta: la ricchezza della mediazione linguistica e culturale

La figura dell’interprete non è sufficiente a comprendere il contesto multilingue europeo figlio della globalizzazione. Di fronte alla relatività linguistica, l’attività della traduzione non basta per riportare in maniera esatta concetti e dinamiche della singola comunità di parlanti.

Affinché la mediazione linguistica riesca con successo, è necessario riportare con esattezza valori, credenze e concezioni evitando gap a vari livelli di analisi linguistica, la cui perdita di significato può comportare seri rischi per la riuscita della comunicazione.

La complessità in cui viviamo oggi si incastra alla perfezione con il ruolo del mediatore linguistico; figura più completa ed esaustiva rispetto alle varianti più tradizionali: il vero ponte tra lingue e culture.

In generale, la mediazione rappresenta la voce sicura per una comprensione interculturale esatta, integrata e sostenibile; necessità ancor più sentita nello scenario europarlamentare, dove ogni incomprensione può essere origine di conflitti non solo sul piano linguistico.

In tale cornice, conseguire una laurea in mediazione linguistica assicura una maggiore possibilità di inserimento all’interno del Parlamento europeo: di fronte alla diversità globalizzata, la mediazione garantisce la qualità del singolo scambio comunicativo.

Come si diventa mediatori all’interno del Parlamento Europeo?

Il mediatore linguistico e interculturale all’interno del Parlamento europeo è una figura professionale di prestigio, altamente specializzata e con grandi responsabilità, la cui attività è alla base della buona riuscita della comunicazione tra parlamentari e funzionari dell’Unione europea.

Il ruolo del mediatore linguistico agevola la mediazione integrata dei membri del Parlamento europeo attraverso la traduzione accurata di documenti ufficiali del Parlamento europeo – comunicati, relazioni, dichiarazioni, interrogazioni e alla corretta interpretazione completa di sedute plenarie, riunioni di commissione e conferenze di lavoro.

Per diventare mediatori linguistici all’interno del Parlamento europeo è pertanto necessario conseguire un percorso di studi a indirizzo linguistico, ad esempio un liceo linguistico seguito da laurea in lingue e mediazione linguistica, per arrivare preparati e superare con successo l’apposito concorso.

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