Lavorare come interprete e traduttore in tribunale

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Riassunto contenuto

Lavorare con le lingue è un’esperienza soddisfacente, emozionante e ricca di responsabilità. Intraprendere un percorso di studi in mediazione linguistico-culturale abilita a numerosi ruoli professionali in svariati settori socio-economici. Le abilità linguistiche, difatti, rappresentano una grande ricchezza non solo nella sfera delle relazioni interpersonali, ma anche nello scenario nazionale e internazionale.

Dall’economia alla diplomazia, le competenze multilingue agevolano la mobilità linguistica, elevando il principio della cooperazione sociale a livello locale e globale.

Lavorare come traduttore giurato in tribunale: abilità e responsabilità dell’interprete e mediatore linguistico

Tra le figure professionali più ambite con una laurea e un master in lingue spicca il ruolo del traduttore giurato in tribunale. Lavorare come interprete all’interno di un luogo giudiziario richiede, però, specifiche competenze plurilinguistiche che non possono limitarsi alla semplice traduzione.

Questo ruolo prestigioso richiede abilità linguistiche avanzate unite a una solida conoscenza del sistema giuridico. Tra le principali competenze richieste nel settore spicca la conoscenza linguistica: il traduttore deve dimostrare di conoscere le lingue in maniera fluente e professionale, con particolare attenzione al settore giudiziario. Le sue abilità includono le competenze produttive e ricettive del linguaggio giuridico complesso, sia orale sia scritto.

Le abilità linguistiche non sono tuttavia sufficienti; è necessario confermare anche una salda competenza interculturale: l’interprete deve comprendere le differenze linguistico-culturali in termini di diversità lessicale, semantica e pragmatica; requisito fondamentale per garantire il successo della comunicazione e di ogni singolo scambio comunicativo tra le parti coinvolte nel processo legale, poiché le differenze culturali possono influenzare l’interpretazione di termini e concetti.

La traduzione non è sufficiente: le abilità linguistico-giudiziarie richieste per lavorare come traduttore in tribunale

Come accennato in precedenza, conoscere le lingue non è sufficiente per intraprendere la carriera di traduttore e interprete all’interno di un tribunale. La traduzione, in particolare, si rivela poco abilitante e fedele alla realtà dei fatti: il vero mediatore linguistico deve essere in grado di interpretare, o meglio, mediare in modo preciso e accurato ogni processo giuridico tra le diverse lingue e nel pieno rispetto della cultura target.

Il compito principale del mediatore giurato è il successo comunicativo in ambito legale; garantito attraverso la custodia del significato originario di ogni singolo procedimento, senza aggiungere o tralasciare informazioni. Di più, è indispensabile assicurare i valori di neutralità e imparzialità, in modo da garantire una posizione obiettiva e bilanciata con riferimento al singolo processo legale.  In generale, la grande responsabilità dell’interprete in tribunale è tradurre fedelmente ciò che viene espresso mantenendo riservatezza, competenza e professionalità, rispettando il codice etico e ogni regolamenti professionale a favore dell’integrità e della dignità della persona.

Come si diventa interprete e traduttore in tribunale?

Non esiste un percorso universale per diventare mediatori linguistici in un tribunale: i passaggi possono variare a seconda del paese o delle disposizioni della giurisdizione di riferimento. Ciononostante, è possibile elencare una lista di suggerimenti da seguire per intraprendere il curriculum più in linea con i propri obiettivi:

  • formazione linguistica: seguire dei corsi o master in lingue; iscriversi all’università o a un’accademia specializzata nella formazione linguistico-culturale agevola lo sviluppo di abilità plurilingue indispensabili per padroneggiare la traduzione in ambito giudiziario.
  • laurea o certificazione: durante la scelta del percorso di studi linguistico è consigliato scegliere una realtà accademica riconosciuta a livello nazionale e/o internazionale, in modo che possa validare attraverso un titolo di studio, come la laurea o la certificazione, la maturazione delle competenze linguistiche giudiziarie.
  • conoscere il sistema giuridico: conoscere le lingue è essenziale, ma non sufficiente. Per diventare traduttore giurato è indispensabile avere piena padronanza del sistema giuridico nazionale; in ogni sua singola fase e procedura: è possibile ampliare le proprie conoscenze giuridiche attraverso l’iscrizione a corsi di diritto o attraverso esperienze di lavoro nel settore legale.
  • esame di abilitazione: per diventare interprete giuridico è necessario superare un esame di abilitazione; percorso molto richiesto dalla maggior parte delle giurisdizioni per qualificare l’effettiva conoscenza dell’apprendente nel settore. La certificazione con conseguente abilitazione alla professione si riceve dopo previ superamento di un esame valutativo su entrambe le abilità: linguistiche e legali.
  • esperienza pratica: per ottimizzare le proprie abilità nel settore è consigliato testare sin dall’inizio le proprie abilità linguistiche con riferimento a rischi e difficoltà della traduzione giudiziaria attraverso l’esperienza diretta e sul campo attraverso tirocini o stage in studi legali, organizzazioni giuridiche o tribunali.
  • aggiornamento professionale: non esiste fine all’apprendimento. Dopo l’iscrizione e l’accreditamento presso un istituto giudiziario è bene continuare la formazione per aggiornare le proprie competenze linguistiche e giudiziarie attraverso corsi di formazione continua.

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